L'ORGOGLIO DI FAR PARTE DELLA CHIESA ITALIANA

In questi giorni si discute molto sul ruolo della Chiesa nella società italiana. Pesanti sfide hanno richiesto e continuano a richiedere incessanti prese di posizione della CEI attorno a delicatissime questioni che riguardano il futuro dell'uomo. Quando le cose di Dio s'intrecciano con quelle degli uomini, con risvolti più importanti di quelli che si immaginano, è giusto che la Chiesa illumini le coscienze. Il cardinale Ruini è stato per la Chiesa italiana, per un lungo periodo, una guida illuminata e saggia. Sotto la sua presidenza la CEI ha acquisito importanza ed autorevolezza, divenendo un soggetto con il quale tutta la società si è confrontata ed è cresciuta. Di particolare rilievo è stato l'avvio del progetto culturale che la Chiesa italiana si è data nel corso dei vari convegni ecclesiali. La Chiesa non è assente in nessuna delle questioni sociali che riguardano il nostro Paese. Basti pensare alle sfide dell'immigrazione che hanno visto la Chiesa come protagonista di carità e di servizio, svolgendo da lungo tempo anche un compito di supplenza rispetto a funzioni che spettavano allo Stato. Molte delle intuizioni riguardanti la gestione dell'immigrazione sono state mutuate dall'esperienza che la Chiesa italiana si è fatta nel campo dell'immigrazione. La Migrantes affronta da sempre queste tematiche senza distinzione: tra immigrazione e di immigrazione non ci sono differenze sostanziali, tant'è vero che la Chiesa usa il linguaggio di migrazioni per comprendere l'uno e l'altro fenomeno. Con il cardinale Ruini anche l'UCEMI ha avuto spazi di autonomia e di operatività che dimostrano come egli credesse nel ruolo dei laici e nella collaborazione tra tutti gli organismi della Chiesa. A Verona poi abbiamo visto come la Chiesa italiana tiene in considerazione gli emigranti, al punto di invitarli al convegno ecclesiale quali rappresentanti di quella porzione di Chiesa che sta nel mondo. Girando poi nei vari Continenti, abbiamo avuto modo di apprezzare quanto profondo sia il collegamento della Chiesa italiana con le chiese delle altre Nazioni. Abbiamo anche notato quante micro realizzazioni siano state fatte, soprattutto nei Paesi poveri, con i fondi dell'8 per mille. Segno che la Chiesa è innanzitutto uno strumento di carità. A Verona poi abbiamo visto un convegno dall'organizzazione impeccabile, che lasciava però intendere come fosse radicata l'organizzazione ecclesiale in ogni parte del Paese. Abbiamo anche capito che il fronte al quale dobbiamo guardare è quello della fede e della testimonianza del Cristo risorto. Abbiamo notato con piacere la centralità che la parola di Dio ha avuto rispetto ad ogni altra opzione o preferenza. Una Chiesa quindi che ha dato da prima la testimonianza dell'accoglienza nei confronti di tutti, ma che ora vuole dare contenuto a questa accoglienza attraverso la propria fede e la propria speranza. Di tutto questo siamo grati al cardinale Ruini e i suoi collaboratori. Siamo certi che il suo successore continuerà su questa strada, con la stessa sollecitudine del suo predecessore. Leggendo ogni giorno Avvenire, che mons. Bagnasco presiede da anni, crediamo di conoscere il suo stile di concretezza e di pragmatismo, elementi che si collocano bene nella consapevolezza che se la Chiesa è una, l'essere Chiesa italiana rappresenta un qualcosa di più. Arte, cultura, storia e tutto ciò che ci circonda, parla infatti del cristianesimo, che vede nel vescovo di Roma il successore di Pietro, prerogativa che lo rende anche Primate d'Italia. Uniti intimamente a Benedetto XVI° , sotto la guida del nuovo presidente CEI mons. Bagnasco, siamo sicuri che continueremo a dare un servizio alla società italiana e, per quanto ci riguarda, a quella non piccola parte di essa che vive al di fuori della Patria, con un attaccamento che continua a commuoverci.

Luigi Papais    
Vice-Presidente UCEMI